martedì, gennaio 20, 2009
Ma quanto inquina una ricerca su Google?
Polemiche in rete dopo la pubblicazione di uno studio che punta l'indice contro il potenziale inquinante delle query su Google. Ma da Mountain View arriva la risposta.
Prima le accuse di "attentato" alla net neutrality. Ora quelle di inaccia ecologica.
Per la seconda volta nel giro di poche settimane, Google si trova a dover risposndere con dichiarazioni ufficiali dal proprio blog a una serie di accuse rivoltele dalla stampa americana prima, da quella britannica poi.
Sotto accusa, questa volta, non l'azienda direttamente, ma il potenziale inquinante delle ricerche effettuate con il suo motore.
Secondo una ricerca condotta dall'Università di Harvard e ripresa con enfasi dal Times, ogni query condotta su Google causerebbe l'immissione nell'atmosfera di 7 grammi di anidride carbonica. Giusto per avere una pietra di paragone, si parla di un quantitativo pari alla metà di quella immessa riscaldando una teiera.
Tutto questo perchè la necessità di fornire risposte in tempi molto veloci richiede server potenti, con conseguenti richieste energetiche.
Da parte sua, Google risponde con un post nel proprio blog nel quale da un lato ridimensiona considerevolmente le cifre presentate dallo studio, dall'altro ribadisce il proprio impegno sul fronte dell'ambiente e del risparmio energetico.
Prima ancora di contestare nello specifico le cifre, Google sostiene infatti che proprio la consapevolezza dell'impatto dell'It sull'ambiente la ha portata allo sviluppo e alla creazione di data center nei quali l'efficienza energetica è al primo posto.
Sottolinea parimenti come l'utilizzo di tool quali chat, email e Internet aiuti a ridurre la dipendenza da spostamenti fisici con macchine e oltri mezzi di trasporto e riduca l'utilizzo di carta.
Poi, però, entra nel merito delle cifre, precisando che molto dipende dal tipo di query. Calcolando però che il tempo medio di risposta è inveriore ai 2 decimi di secondo, il dispendio energetico non supera 1kJ. E calcolando che il fabbisogno umano è di circa 8000 kJ al giorno, la proporzione è presto fatta.
In termini di CO2, invece, per ciascuna ricerca le emissioni corrispondenti non superano i 2 decimi di grammo. Un quantitativo nettamente inferiore a quello esrepsso nella ricerca.
Ciò non toglie, in ogni caso, l'attenzione al tema. E Google, oltre a ricordare il proprio impegno nella Renewable Energy Cheaper than Coal Initiative, ha colto l'occasione per precisare di aver creato al proprio interno un gruppo di lavoro dedicato proprio alle energie pulite.
Prima le accuse di "attentato" alla net neutrality. Ora quelle di inaccia ecologica.
Per la seconda volta nel giro di poche settimane, Google si trova a dover risposndere con dichiarazioni ufficiali dal proprio blog a una serie di accuse rivoltele dalla stampa americana prima, da quella britannica poi.
Sotto accusa, questa volta, non l'azienda direttamente, ma il potenziale inquinante delle ricerche effettuate con il suo motore.
Secondo una ricerca condotta dall'Università di Harvard e ripresa con enfasi dal Times, ogni query condotta su Google causerebbe l'immissione nell'atmosfera di 7 grammi di anidride carbonica. Giusto per avere una pietra di paragone, si parla di un quantitativo pari alla metà di quella immessa riscaldando una teiera.
Tutto questo perchè la necessità di fornire risposte in tempi molto veloci richiede server potenti, con conseguenti richieste energetiche.
Da parte sua, Google risponde con un post nel proprio blog nel quale da un lato ridimensiona considerevolmente le cifre presentate dallo studio, dall'altro ribadisce il proprio impegno sul fronte dell'ambiente e del risparmio energetico.
Prima ancora di contestare nello specifico le cifre, Google sostiene infatti che proprio la consapevolezza dell'impatto dell'It sull'ambiente la ha portata allo sviluppo e alla creazione di data center nei quali l'efficienza energetica è al primo posto.
Sottolinea parimenti come l'utilizzo di tool quali chat, email e Internet aiuti a ridurre la dipendenza da spostamenti fisici con macchine e oltri mezzi di trasporto e riduca l'utilizzo di carta.
Poi, però, entra nel merito delle cifre, precisando che molto dipende dal tipo di query. Calcolando però che il tempo medio di risposta è inveriore ai 2 decimi di secondo, il dispendio energetico non supera 1kJ. E calcolando che il fabbisogno umano è di circa 8000 kJ al giorno, la proporzione è presto fatta.
In termini di CO2, invece, per ciascuna ricerca le emissioni corrispondenti non superano i 2 decimi di grammo. Un quantitativo nettamente inferiore a quello esrepsso nella ricerca.
Ciò non toglie, in ogni caso, l'attenzione al tema. E Google, oltre a ricordare il proprio impegno nella Renewable Energy Cheaper than Coal Initiative, ha colto l'occasione per precisare di aver creato al proprio interno un gruppo di lavoro dedicato proprio alle energie pulite.