venerdì, gennaio 30, 2009
Lunar New Year
Lunar New Year adverts to the commencement of the twelvemonth in a lot of calendars. It is generally accepted that they are all established on a lunar calendar.
mercoledì, gennaio 28, 2009
Spy Camera Photos
venerdì, gennaio 23, 2009
Il «digital divide» della Casa Bianca Obama trova tecnologie antiquate
NEW YORK – I geni della comunicazione web che hanno gestito la campagna elettorale più high-tech della storia sono in crisi. Nonostante due mesi di preparativi per la transizione, lo staff di Barack Obama è rimasto di stucco di fronte agli intoppi burocratici, tecnologici e di sicurezza all’interno di una Casa Bianca non certo al passo con l’era di Youtube e Facebook. «Burocrazia paralizzante, linee telefoniche scollegate, software obsoleti, caselle di posta elettronica inesistenti ed email private proibite», denuncia il Washington Post secondo cui «se la campagna di Obama incarnava il futuro dell’Iphone», i primi giorni dell’amministrazione Obama «assomigliano ad un ritorno al telefono rotativo».
Il sito della Casa Bianca nella nuova versione
Il sito della Casa Bianca nella nuova versione
SITO BLOCCATO - Dopo un debutto super-sprint, perfino il sito ufficiale della Casa Bianca www.whitehouse.gov si è inceppato. Da martedì a giovedì è rimasto praticamente bloccato, non riuscendo a trasmettere agli americani affamati di notizie fresche il frenetico ritmo delle prime iniziative presidenziali. «Il Presidente non ha ancora emesso alcun ordine esecutivo», continuava a recitare il sito, molte ore dopo che Obama aveva già emesso storici provvedimenti su Guantanamo, i salari degli impiegati alla Casa Bianca e il Freedom of Information Act. Alcuni giovani staffer obambiani, avvezzi a lavorare col Macintosh, si sono ritrovati davanti computer con programmi Windows in versioni vecchie di sei anni. I portatili, insufficienti, sono stati assegnati soltanto a un pungo di impiegati nella West Wing. E poiché ogni attività della Casa Bianca dev’essere documentata per gli Archivi Nazionali, nessuno ha potuto usare gli indirizzi di posta elettronica personali. «E’ stato un vero blackout», si lamenta un’impiegata. Non è la prima volta che l’arretratezza tecnologica della Casa Bianca mette in difficoltà una nuova amministrazione. «Quando arrivai, nel 2005, fui costretto ad attendere una settimana prima di avere un computer e un Blackberry», ricorda David Almacy, direttore del web di George W. Bush. «Perlomeno non mancavano le lettere dalla tastiera dei computer», ironizza il Post, «Come capitò ai funzionari di Bush nel 2001». Più tardi si scoprì che erano state rubate dai funzionari dell’uscente Bill Clinton, per puro dispetto.
Il sito della Casa Bianca nella nuova versione
Il sito della Casa Bianca nella nuova versione
SITO BLOCCATO - Dopo un debutto super-sprint, perfino il sito ufficiale della Casa Bianca www.whitehouse.gov si è inceppato. Da martedì a giovedì è rimasto praticamente bloccato, non riuscendo a trasmettere agli americani affamati di notizie fresche il frenetico ritmo delle prime iniziative presidenziali. «Il Presidente non ha ancora emesso alcun ordine esecutivo», continuava a recitare il sito, molte ore dopo che Obama aveva già emesso storici provvedimenti su Guantanamo, i salari degli impiegati alla Casa Bianca e il Freedom of Information Act. Alcuni giovani staffer obambiani, avvezzi a lavorare col Macintosh, si sono ritrovati davanti computer con programmi Windows in versioni vecchie di sei anni. I portatili, insufficienti, sono stati assegnati soltanto a un pungo di impiegati nella West Wing. E poiché ogni attività della Casa Bianca dev’essere documentata per gli Archivi Nazionali, nessuno ha potuto usare gli indirizzi di posta elettronica personali. «E’ stato un vero blackout», si lamenta un’impiegata. Non è la prima volta che l’arretratezza tecnologica della Casa Bianca mette in difficoltà una nuova amministrazione. «Quando arrivai, nel 2005, fui costretto ad attendere una settimana prima di avere un computer e un Blackberry», ricorda David Almacy, direttore del web di George W. Bush. «Perlomeno non mancavano le lettere dalla tastiera dei computer», ironizza il Post, «Come capitò ai funzionari di Bush nel 2001». Più tardi si scoprì che erano state rubate dai funzionari dell’uscente Bill Clinton, per puro dispetto.
Etichette: digital divide
mercoledì, gennaio 21, 2009
Fa sempre ridere.
martedì, gennaio 20, 2009
Che cazzo dico
Homer Simpson Untooned
This one was a bit more difficult in that i wanted the light to come in mainly from one side with a bit of back light. So all my reference had to be lit from one side. For textures i needed but didn't have this lighting situation, i had to darken or light a bit to give the same effect.
For clarification, these aren't studies of what Homer would look like if he was a real person, its just what a cartoon like Homer would look like if he kept his toon proportions but had realistic texturing and lighting. I find this slightly less disturbing than the Mario one. :) Some might feel he looks too old, keep in mind he was in his 30's 20 years ago when the show first started. ;)
I saved my texture reference photos this time and i'll post those up in the next couple days for those who are interested.
http://pixeloo.blogspot.com/2008/03/homer-simpson-untooned.html
For clarification, these aren't studies of what Homer would look like if he was a real person, its just what a cartoon like Homer would look like if he kept his toon proportions but had realistic texturing and lighting. I find this slightly less disturbing than the Mario one. :) Some might feel he looks too old, keep in mind he was in his 30's 20 years ago when the show first started. ;)
I saved my texture reference photos this time and i'll post those up in the next couple days for those who are interested.
http://pixeloo.blogspot.com/2008/03/homer-simpson-untooned.html
Gaza: La Russa, pronti 18 carabinieri
Per presidiare il valico di Rafah, tra la Striscia di Gaza e l'Egitto, sono pronti quattro carabinieri italiani, che si trovano gia' in zona. Altri quattro sono in 'allertamento'. Questo dispositivo sara' poi integrato da altri dieci militari dell'Arma e da due finanzieri, per un totale di 20 uomini. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, parlando con i giornalisti nella sede del ministero.
Bene.
Bene.
Ma quanto inquina una ricerca su Google?
Polemiche in rete dopo la pubblicazione di uno studio che punta l'indice contro il potenziale inquinante delle query su Google. Ma da Mountain View arriva la risposta.
Prima le accuse di "attentato" alla net neutrality. Ora quelle di inaccia ecologica.
Per la seconda volta nel giro di poche settimane, Google si trova a dover risposndere con dichiarazioni ufficiali dal proprio blog a una serie di accuse rivoltele dalla stampa americana prima, da quella britannica poi.
Sotto accusa, questa volta, non l'azienda direttamente, ma il potenziale inquinante delle ricerche effettuate con il suo motore.
Secondo una ricerca condotta dall'Università di Harvard e ripresa con enfasi dal Times, ogni query condotta su Google causerebbe l'immissione nell'atmosfera di 7 grammi di anidride carbonica. Giusto per avere una pietra di paragone, si parla di un quantitativo pari alla metà di quella immessa riscaldando una teiera.
Tutto questo perchè la necessità di fornire risposte in tempi molto veloci richiede server potenti, con conseguenti richieste energetiche.
Da parte sua, Google risponde con un post nel proprio blog nel quale da un lato ridimensiona considerevolmente le cifre presentate dallo studio, dall'altro ribadisce il proprio impegno sul fronte dell'ambiente e del risparmio energetico.
Prima ancora di contestare nello specifico le cifre, Google sostiene infatti che proprio la consapevolezza dell'impatto dell'It sull'ambiente la ha portata allo sviluppo e alla creazione di data center nei quali l'efficienza energetica è al primo posto.
Sottolinea parimenti come l'utilizzo di tool quali chat, email e Internet aiuti a ridurre la dipendenza da spostamenti fisici con macchine e oltri mezzi di trasporto e riduca l'utilizzo di carta.
Poi, però, entra nel merito delle cifre, precisando che molto dipende dal tipo di query. Calcolando però che il tempo medio di risposta è inveriore ai 2 decimi di secondo, il dispendio energetico non supera 1kJ. E calcolando che il fabbisogno umano è di circa 8000 kJ al giorno, la proporzione è presto fatta.
In termini di CO2, invece, per ciascuna ricerca le emissioni corrispondenti non superano i 2 decimi di grammo. Un quantitativo nettamente inferiore a quello esrepsso nella ricerca.
Ciò non toglie, in ogni caso, l'attenzione al tema. E Google, oltre a ricordare il proprio impegno nella Renewable Energy Cheaper than Coal Initiative, ha colto l'occasione per precisare di aver creato al proprio interno un gruppo di lavoro dedicato proprio alle energie pulite.
Prima le accuse di "attentato" alla net neutrality. Ora quelle di inaccia ecologica.
Per la seconda volta nel giro di poche settimane, Google si trova a dover risposndere con dichiarazioni ufficiali dal proprio blog a una serie di accuse rivoltele dalla stampa americana prima, da quella britannica poi.
Sotto accusa, questa volta, non l'azienda direttamente, ma il potenziale inquinante delle ricerche effettuate con il suo motore.
Secondo una ricerca condotta dall'Università di Harvard e ripresa con enfasi dal Times, ogni query condotta su Google causerebbe l'immissione nell'atmosfera di 7 grammi di anidride carbonica. Giusto per avere una pietra di paragone, si parla di un quantitativo pari alla metà di quella immessa riscaldando una teiera.
Tutto questo perchè la necessità di fornire risposte in tempi molto veloci richiede server potenti, con conseguenti richieste energetiche.
Da parte sua, Google risponde con un post nel proprio blog nel quale da un lato ridimensiona considerevolmente le cifre presentate dallo studio, dall'altro ribadisce il proprio impegno sul fronte dell'ambiente e del risparmio energetico.
Prima ancora di contestare nello specifico le cifre, Google sostiene infatti che proprio la consapevolezza dell'impatto dell'It sull'ambiente la ha portata allo sviluppo e alla creazione di data center nei quali l'efficienza energetica è al primo posto.
Sottolinea parimenti come l'utilizzo di tool quali chat, email e Internet aiuti a ridurre la dipendenza da spostamenti fisici con macchine e oltri mezzi di trasporto e riduca l'utilizzo di carta.
Poi, però, entra nel merito delle cifre, precisando che molto dipende dal tipo di query. Calcolando però che il tempo medio di risposta è inveriore ai 2 decimi di secondo, il dispendio energetico non supera 1kJ. E calcolando che il fabbisogno umano è di circa 8000 kJ al giorno, la proporzione è presto fatta.
In termini di CO2, invece, per ciascuna ricerca le emissioni corrispondenti non superano i 2 decimi di grammo. Un quantitativo nettamente inferiore a quello esrepsso nella ricerca.
Ciò non toglie, in ogni caso, l'attenzione al tema. E Google, oltre a ricordare il proprio impegno nella Renewable Energy Cheaper than Coal Initiative, ha colto l'occasione per precisare di aver creato al proprio interno un gruppo di lavoro dedicato proprio alle energie pulite.
mercoledì, gennaio 07, 2009
USA: SCIATORE APPESO A SEGGIOVIA SEMINUDO A TESTA IN GIU'
WASHINGTON - Curioso incidente sciistico a Vail, in Colorado: uno sciatore che era appena salito su una seggiovia, per ragioni imprecisate è scivolato dal seggiolino, uno degli sci gli è rimasto incastrato all'impianto di risalita e lui è rimasto appeso a testa in giù per almeno un quarto d'ora. Con i pantaloni completamente calati.
E' successo in una delle località sciistiche più note del Colorado, Vail. L'uomo era appena salito sull'impianto di risalita veloce del Vail's Blue Sky Basin quando - a suo dire per un difetto nel seggiolino - ha perso l'equilibrio. Resta il fatto che è scivolato fuori dal sedile (mentre al suo compagno di risalita, un bambino, non è successo) ed è precipitato verso il basso, a testa in giù. Uno degli sci è però rimasto incastrato nell'impianto.
Questa circostanza gli ha evitato la caduta, ma nell'impatto pantaloni e sotto-pantaloni da sci del malcapitato si sono aperti, lasciandolo per circa un quarto d'ora completamente seminudo a testa in giù dalla cintola in su.
I responsabili dell'impianto hanno avuto non poche difficoltà a raggiungere il seggiolino e a riportare a terra lo sciatore. Il quale, impotente, per quindici minuti è rimasto con il posteriore nudo esposto tanto al freddo del Colorado quanto agli implacabili sguardi e alle ineluttabili fotografie di chi passava sulla pista sottostante.